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L’artista nasce nel 1966 a Perugia, città dove a tutt’oggi vive.
Amante della bellezza e di tutte le espressioni artistiche, capace di provare forti emozioni, inizia a dar libero sfogo alle sue suggestioni nella seconda parte della propria vita. La scelta del nome d’arte Tata, regalatole da una bambina, ha un significato ben preciso e profondo, che in qualche misura le ha restituito l’amore per la vita.
La sua ricerca si svolge nell’ambito del linguaggio astratto dell’arte materica, attraverso la quale Tata sperimenta numerosi materiali: stoffe, pietre e oggetti prestati dalla natura come legno, bacche e foglie.
È incredibile come, attraverso l’indagine sulle qualità espressive della materia, Tata dia voce al suo Io più profondo ma allo stesso tempo anche all’esistenza umana in cui trova gli elementi di forza.
L’efficacia rappresentativa ed espressiva della materia è la somma del suo vissuto, dalle forti emozioni ai grandi dolori.
È interessante come, nelle sue creazioni, in particolare in quelle intrise di grande tormento, vi sia un’evoluzione e l’artista trovi sempre una via d’uscita.
La chiave, elemento dal forte valore simbolico, infatti è una componente ricorrente nelle sue opere che, insieme all’utilizzo preciso di colori, mostra come nell’artista sia forte e radicata la fede nel cambiamento.
Nella stessa opera, a volte rappresentata da due tele o da trittici, è forte il senso di movimento, di evoluzione: la vita è un moto e dalle avversità si può uscire trasformati positivamente.
L’artista però non è ripiegata su se stessa e sul suo intimismo, al contrario numerose opere interessano l’esistenza umana nelle sue variegate sfaccettature e il modo in cui ogni individuo si pone in rapporto con gli altri e con il mondo circostante.
Il concetto di cambiamento, sempre associato a quello di resilienza, emerge in maniera chiara in ‘Mai soli’, metafora della vita secondo l’artista, tanti puntini che rappresentano gli uomini, posti davanti ad ostacoli ma collocati in spazi in cui le barriere si smaterializzano e quindi permettono di continuare il percorso.
Nell’ultimo periodo Tata si è dedicata alla ricerca dell’equilibrio tra forme di vita diverse tra loro. Il concetto di diversità è infatti centrale nell’ultima produzione. Attraverso l’utilizzo di nuove forme materiche e colori rinnovati Tata esprime la sua visione cosmica identificando la diversità come elemento positivo.
In ogni suo quadro, a volte in maniera più chiara, come in ‘One Love One Heart’, a volte meno, come in ‘Uguale integrato’, emerge un trait d’union portatore di comunicazione e significato, tra le diversità contemplate.
È però in ‘Avorio e Ebano’ che ritroviamo una perfetta sintesi della sua vita e dei suoi elementi, primo tra tutti: l’Amore. Ritornano i colori che hanno caratterizzato la prima parte della sua produzione ma con gli elementi materici della seconda.
«Segni bianchi...fra un battito di cuore accelerato e emozionato ed un terremoto catturato da un sismografo. E le sfere...solidi destinati ad essere autonomi, in nessun punto possono combaciare ma, insieme possono correre rotolando vicine...se volessero».

 

                                                                                           a cura di Margherita Paffarini

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